DOVE VA IL REGGAETON?

Dove va il reggaeton ???
di Roberta Besito de Coco 
Willie Colon, uno dei padri della salsa, in una recente intervista a un giornale portoricano ha espresso i suoi dubbi sul reggaeton, genere musicale che ha preso il via  proprio da “La Isla del Incanto” quasi una ventina di anni fa.
Il famoso musicista, che non ha disdegnato colorare di un tocco di reggaeton qualche brano del suo ultimo disco El Malo II, Prisionieros del Mambo, afferma che il genere, per non andare a picco, necessita di cambiamenti urgenti ovvero di gente più istruita musicalmente e con capacità di scrivere buoni testi.

Puntualizza Willie Colon: “ Se uno ha qualità espressive si può permettere di parlare  con tranquillità sia del sesso che arrivare a dare del figlio di buona donna a qualcuno!”.
Le critiche del leggendario musicista, che ai suoi tempi aveva rivoluzionato la musica latina insieme a Hector Lavoe e Ruben Blades, sono simili a quelle espresse da altri grossi nomi della salsa o del jazz latino. A prima vista si potrebbe pensare che sono dettate solo dalla preoccupazione di veder trionfare il reggaeton sulla salsa. Ma non è così.

Da Gilberto Santa Rosa a Andy Montañez a Oscar D’Leona Ruben Blades (solo per citarne alcuni), tutti sono concordi nel non sottovalutare il fenomeno reggaeton anche se  più di una volta questo ritmo, con il trascinante “perreo”, ha rubato spazio alla salsa sia nelle programmazioni radiofoniche che sugli scenari. E sia ancora nelle vendite discografiche.
Con bravura e stile i salseri vecchia scuola hanno inoltre mostrato di saper coniugare la salsa con il reggaeton (così nasce il termine, orribile a mio avviso, di salsaton o cubaton), producendo brani di successo con Tego Calderon, Daddy Yankee, Calle 13Voltio, etc.
Il problema di una necessaria evoluzione del genere, per non farlo morire (come appunto sostengono molti salseri famosi) è reale: secondo più fonti il reggaeton “puro” è in declino.

C’è chi dà la colpa alla crisi generale del mercato, chi alla proliferazione di gruppi che propongono sempre la stessa minestra  e quindi alla mancanza di idee nuove, chi al getto continuo di nuovi dischi e quindi alla saturazione.

Forse raggiunto l’apice del successo, come è già successo ad altre categorie musicali, il reggaeton si assesta sulle mete raggiunte e, allo stesso tempo, cerca di proporre qualcosa di nuovo.
E il nuovo è rappresentato dalla ricerca di maggiore spessore musicale. Per colpire ora non è più sufficiente contare sul birichino perreo, ci vuole ben altro! Il reggaeton oggigiorno si fonde allora sempre più frequentemente con altri generi musicali del Caribe e non.
Addirittura c’è anche un reggaeton “cristiano”! A settembre del 2008 il famoso Hector “The Father” ha lasciato il  duro ambiente del  reggaeton e ora si sta dedicando a un cd di musica cristiana dove apparirà il suo vero nome: Hector Delgado.
Il fenomeno reggaeton (o regueton) è comunque interessante e attorno alle sue origini c’è stata negli anni un’intensa attenzione da parte di esperti e non.
Gli esordi sono nei primi anni ’90 in Puerto Rico, il reggaeton è semi- clandestino, inciso su cassette fatte dai dj,  con contenuti piuttosto gangsta (numerosireggaetoneros sono stati in carcere), forti sotto tutti i punti di vista. Più tardi si producono video quasi pornografici e arrivano anche delle censure!

 Poi il reggaeton si espande a macchia d’olio nelle comunità ispaniche di New York, di Chicago e Los Angeles, per diffondersi poi a Cuba (con caratteristiche del tutto proprie), nella Repubblica Dominicana e altrove.
Insomma il reggaeton, nato nei barrios portoricani più marginali con un gergo stretto, è ora diventato musica urbana, categoria riconosciuta all’interno dei premiGrammy, sia quelli americani che latini. E alcuni dei suoi esponenti hanno fatto i soldoni!

In tutti i modi nel corso del tempo molti dei reggaetoneros pù in vista hanno ripulito i loro testi, riducendo volgarità e allusioni al sesso. Poi ci sono quelli come il grandeTego CalderonResidente e Visitante di Calle 13 che nei loro brani danno spazio anche a tematiche legate al sociale.

E c’è chi come Daddy Yankee, detto anche Big Boss, aiuta i giovani ispanici nelle carceri a terminare gli studi e a prepararsi un futuro. Pochi giorni fa per la sua Fundacion Corazon Guerrero Daddy Yankee ha ricevuto in Puerto Rico dallaUniversidad Metropolitana un importante riconoscimento: la Medalla Presidencial.

Il reggaeton è un mondo vasto e con molte sfaccettature. Ad esempio, per parlare di quello cubano bisogna aprire un capitolo a parte. Qui da noi il successo del reggaeton è scoppiato in ritardo rispetto al Latino-America e ovviamente conosciamo solo gli artisti più in vista internazionalmente, che in Italia si esibiscono molto poco perché chiedono cachet piuttosto alti (sicuramente più salati di quelli richiesti dai musicisti della salsa).

Il genere incontra simpatie e nuovi fan giorno dopo giorno. Per ballarlo non si richiede la coppia ed è comunque ritmicamente molto più semplice della salsa. Le parole delle canzoni quasi sempre passano inosservate, non è facile capire il gergo! Magari un refrain resta in mente!
Ovviamente sono numerosi i siti che ruotano attorno al reggaeton. Su youtube si trova di tutto e di più.
Molto interessante per approfondire l’argomento la visione del dvdStraight Outta Puerto Rico, prodotto da Xenon Pictures. 
(qui il trailer del docufilm Straight Outta Puerto Rico)

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